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L’ultima legge di Bilancio del governo ha impostato una prima cornice legislativa per la tassazione delle criptovalute. Con un comunicato del 13 giugno il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato la proroga di tre mesi, dal 30 giugno al 30 settembre 2023, dei termini per il versamento dell’imposta sostitutiva delle cripto-attività. Cosa significa? Significa che i contribuenti avranno a disposizione 90 giorni di tempo in più per rivalutare i propri asset detenuti in portafoglio. Cerchiamo di fare ordine ed esaminiamo nuovamente la norma a cui fa riferimento il recente comunicato del MEF.

Tassazione criptovalute in Italia: a quanto ammonta l’imposta sostitutiva?

La recente Legge di Bilancio ha apportato novità non trascurabili all’interno del nostro panorama legislativo. Tra tutte, la possibilità di rideterminare il valore delle cripto-attività detenute al primo gennaio 2023. Qual è la ratio di questa norma? Come illustrato in un nostro precedente approfondimento, è possibile assumere come costo di acquisto delle criptovalute il valore assunto ad inizio 2023. Così facendo verrebbero meno le complicazioni derivanti dal lungo e dispendioso processo di ricostruzione del costo di acquisto originario, essendo infatti sufficiente considerare come costo di acquisto il valore delle proprie criptovalute alla data del primo gennaio 2023. I contribuenti potranno rivalutare il costo di acquisto delle proprie criptovalute e versare l’imposta sostitutiva del 14%. Il tutto entro il 30 giugno 2023, con l’espressa possibilità di rateizzare tale imposta in 3 rate annuali di pari importo a fronte del pagamento del 3% di interessi.

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A causa dell’incertezza ancora presente e per consentire agli operatori di adeguarsi, è stata presa la decisione di prorogare la scadenza dopo l’estate. Inizialmente prevista per il 30 giugno, la scadenza per la rivalutazione delle criptovalute con un’opzione di imposta sostitutiva al 14% verrà prorogata al 30 settembre. Insomma, i contribuenti avranno più tempo a disposizione per valutare la convenienza della rivalutazione dei propri asset.

Ad onor del vero, la tassazione delle criptovalute tramite imposta sostitutiva non è l’unico argomento rimasto in sospeso. Non è ancora stato ancora stato emanato il provvedimento attuativo che permetterà di regolarizzare le cripto-attività non dichiarate fino al periodo d’imposta 2021. La Legge di Bilancio 2023 prevede infatti che i contribuenti che non hanno indicato nella propria dichiarazione dei redditi le cripto-attività detenute entro il 31/12/2021 possano presentare istanza di emersione.

Tassazione criptovalute grazie alla sanatoria: quando sarà possibile?

In cosa consiste? In pratica i soggetti coinvolti che non hanno realizzato redditi nel periodo di riferimento possono regolarizzare la propria posizione indicando le attività detenute al termine di ciascun periodo d’imposta.
Si tratta per così dire, di una vera e propria sanatoria. La condizione necessaria allo sfruttamento della sanatoria consiste nel versamento di una sanzione nella misura dello 0,5% per ciascun anno del valore delle attività non dichiarate. Questa tipologia di sanatoria è sfruttabile da tutti i contribuenti che non hanno dichiarato le proprie criptovalute ma non hanno percepito redditi.

Coloro i quali invece hanno realizzato redditi nei periodi fino al 31/12/2021, potrebbero anch’essi regolarizzare la loro posizione tramite la medesima istanza. A quale prezzo però? In questo caso la sanzione sale al 3,5% del valore delle attività detenute al termine di ciascun anno o al momento di realizzo. A tale sanzione si aggiunge il versamento dello 0,5% a titolo di sanzioni e interessi per la mancata compilazione del quadro RW.

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Quest’ultimo tema è ancora un cantiere aperto. Aldilà del tema già dibattuto, ovvero il pagamento di una sanzione per aver violato una legge che non c’era, manca ancora un tassello fondamentale. Non è ancora stato emanato il provvedimento che dovrà stabilire le modalità di presentazione della richiesta di sanatoria.
Su questo aspetto o su altri temi trattati ci premuriamo di tenervi aggiornati; nel frattempo rimaniamo a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento in merito.