start-up-innovativa-come-si-costituisce-con-pochi-euro

Al telegiornale, sui social, al bar. Ormai da anni sembra che tutte le aziende neo nate siano etichettate come start up. Ci permettiamo di dire che è un termine del quale spesso viene fatto un uso improprio. In questo contributo ci concentreremo sui requisiti che deve necessariamente avere una start up per definirsi tale. E su quanto effettivamente costi creare da zero una realtà di questo tipo. Inoltre, accenneremo ai principali benefici e relativi svantaggi di questa particolare categoria di impresa. Ma andiamo con ordine.

Start up innovativa: quali imprese posso definirsi tali?

Innanzitutto chiariamo subito un aspetto che può sembrare banale. Tutte le start up sono aziende ma non tutte le aziende sono start up. Diverse volte è capitato che nel nostro studio si presentassero potenziali imprenditori con le idee ben chiare in testa. Un modello di business valido, una lista di potenziali investitori, una buona capacità finanziaria. Con la precisa intenzione di aprire una start up. Peccato che, una volta approfondito l’oggetto sociale di quella che sarebbe stata la nuova realtà imprenditoriale, le carte in tavola cambiavano improvvisamente. Ad esempio, una società che ha come oggetto la vendita all’ingrosso di calzature, tendenzialmente non può considerarsi una start up. Facciamo un altro esempio. L’apertura di una residenza che accolga e presti servizio alle persone non autosufficienti non può essere una start up. Cos’hanno di male questi due esempi di business per non ottenere quell’etichetta di cui tutti parlano?

Start up = innovazione

Semplicemente, mancano di innovazione. Una start up è l’impresa innovativa per eccellenza. La legge prevede espressamente che l’oggetto sociale dell’impresa consista nello “sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico“. E’ facilmente intuibile come i due esempi di business sopracitati, non abbiano (all’apparenza) alcun connotato tecnologico. Quali sono gli altri requisiti che necessariamente deve possedere una start up?

  • –  deve essere costituita sotto forma di società di capitali. Le sue azioni o quote non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione. 
  • – la sede principale dei propri affari e interessi deve trovarsi in Italia. Oppure in uno degli Stati membri dell’Unione Europea.
  • – non deve distribuire utili.
  • – il totale del valore della produzione annua non deve essere superiore a 5 milioni di euro. A partire dal secondo anno di attività.
  • – non deve derivare da una fusione, scissione societaria ovvero da una cessione di azienda o di ramo di azienda.

Start up innovativa: il requisito fondamentale

Oltre ai quattro elementi distintivi menzionati, è fondamentale il possesso di almeno uno dei tre seguenti requisiti.

Il rispetto e il mantenimento di questi requisiti permette di ottenere delle agevolazioni. Si tratta di agevolazioni che vanno a premiare chi effettivamente dimostra fiducia in questo tipo di realtà. E di conseguenza investe su di esse. L’intento del legislatore è palese. Rendere appetibili gli investimenti in quelle aziende che sostengono ed alimentano il progresso tecnologico del paese. Di quali agevolazioni stiamo parlando? Occorre prima di tutto fare una distinzione tra investitori persone fisiche e società.

Start up e agevolazioni fiscali per gli investitori

Per quanto riguarda la prima categoria, ovvero gli investitori privati, è possibile sfruttare una detrazione di imposta che può arrivare al 50% dell’investimento. Tale detrazione è però sfruttabile a determinate condizioni.

  • – il conferimento di capitale nella società deve essere effettuato in denaro.
  • – l’importo massimo agevolabile è pari a 100.000 € per ciascun investitore.
  • – i soci devono mantenere le quote sociali per almeno 3 anni.

E per quanto riguarda le società già esistenti, che volessero investire in una realtà innovativa come una start up? La legge prevede che le società che volessero investire nel capitale di start up innovative avrebbero diritto ad una deduzione del 30% dell’investimento. Con tetto massimo di investimento annuo pari a 1.800.000 euro.

Start up innovativa: come si costituisce

Facciamo un breve recap. Primo. E’ superfluo ricordare che ogni start up si basa su un’idea di fondo che permette “fare impresa”. Secondo. E’ importante essere consapevoli dei requisiti necessari per “guadagnare” lo status di start up. E i benefici che ne derivano. Terzo, passiamo alla pratica. Come facciamo materialmente a costituire una start up? La prima opzione prevede la consulenza di un notaio. Quest’ultimo dovrà redigere l’atto costitutivo e lo statuto della società. E’ un’operazione laboriosa che prevede il rispetto delle volontà e delle esigenze di tutte la parti in causa. Per questo motivo si parla di (poche) migliaia di euro che i soci devono immediatamente versare ancora prima di avere iniziato la propria attività imprenditoriale.

Come risparmiare in sede di costituzione

La seconda opzione è più economica. Sulla piattaforma dedicata della Camera di Commercio, è possibile creare la propria start up in totale autonomia. Così facendo, ovvero seguendo gli step della procedura guidata, è possibile risparmiare il costo oneroso del notaio e procedere alla costituzione. Creando così la la propria start up con poche centinaia di euro. E’ pleonastico ricordare che per dare vita ad un progetto imprenditoriale non bastano pochi click e una bella idea. Per questo motivo, come studio di consulenza ci prefissiamo l’obiettivo di accompagnare gli imprenditori o potenziali tali attraverso quel sentiero che si chiama “fare impresa”. Fin dai primi passi.

AGGIORNAMENTO DEL 31/3/21

Segnaliamo ai lettori che il servizio della Camera di Commercio suggerito è momentaneamente sospeso. Il motivo? La sentenza del Consiglio di Stato n. 2643 del 29/03/2021. Quest’ultimo provvedimento ha reso illegittima la costituzione di start up innovative senza l’ausilio di un pubblico ufficiale. In altre parole, un notaio. Ogni volta che viene compiuto un passo in avanti verso la digitalizzazione e sburocratizzazione della nostra economia, si finisce sempre per fare due passi indietro. In ogni caso sarà nostra premura tenere aggiornati i lettori in merito a questo argomento a noi caro.

Se dopo aver letto questo articolo avessi qualche domanda, o trovassi delle inesattezze in quanto abbiamo voluto esporre, non esitare a contattarci. Ti ringraziamo in anticipo.