superbonus-e-cessione-del-credito-3-esempi-per-capire

Con la proroga fino al primo semestre 2022, aumenta la finestra temporale a disposizione dei contribuenti per sfruttare i benefici del superbonus del 110 %. Gli obiettivi principali del superbonus prevedono la possibilità di effettuare lavori di efficientamento energetico ed interventi antisismici praticamente a costo zero. Il recupero delle spese sostenute è possibile grazie al coinvolgimento di diversi soggetti interessati. Parliamo ovviamente delle imprese esecutrici, i tecnici asseveratori, banche e professionisti che dovranno apporre il visto di conformità per la cessione del credito.

La domanda che clienti e non ci pongono sempre più spesso è la seguente. La cessione del credito da superbonus è sempre convenente? E a che condizioni? Abbiamo ipotizzato 3 differenti casi per comprendere al meglio. (fonte: corriere.it)

Superbonus e sfruttamento della detrazione

Primo esempio. Ipotizziamo che un contribuente intenda installare il cappotto termico nel proprio edificio. La spesa da sostenere è di € 30.000 euro e non intende cedere il credito. La detrazione spettante sarà di € 33.000 che potrà essere utilizzata nella dichiarazione dei redditi in 5 anni, cioè € 6.600 all’anno. In tale ipotesi il contribuente dovrà avere un’imposta a debito nella propria dichiarazione di almeno € 6.600 ogni anno affinché possa utilizzare tutto il credito maturato. In caso contrario, il credito non utilizzato nell’anno andrà perso. Naturalmente, rimane possibile negli anni successivi utilizzare le quote spettanti.

Superbonus e cessione parziale del credito

Secondo esempio. Un altro contribuente intende installare il cappotto termico nel proprio edificio. La spesa da sostenere è di € 30.000 euro e l’impresa gli propone lo sconto in fattura di metà della spesa. Il contribuente pagherà 15.000 € all’impresa che a sua volta maturerà il credito pari al 110% sullo sconto accordato al contribuente. Il credito spettante al contribuente sarà dunque pari a 16.500 €. Maturerà quindi il 110% sulla parte di spesa pagata . Il tutto si traduce in cinque quote annuali pari a 3.300 €. In tale ipotesi, il contribuente dovrà avere un’imposta a debito nella propria dichiarazione di almeno 3.300 € ogni anno. In caso contrario non potrà utilizzare tutto il credito maturato e la quota non utilizzata nell’anno andrà persa.

Naturalmente, rimane possibile negli anni successivi utilizzare le quote spettanti. In alternativa all’utilizzo diretto, il contribuente potrà optare per la cessione di quei 16.500 € a banche ed altri intermediari finanziari. Ma le banche e gli istituti finanziari applicheranno delle commissioni che vanno dal 7 al 12%. Il che significa che di quei 16.500 avreste indietro da 15.350 a 14.500 €. Abbiamo approfondito l’ipotesi della cessione del credito alle banche in un nostro precedente contributo. Clicca qui se sei interessato.

Superbonus e cessione totale del credito

Ultimo esempio. Un terzo contribuente acquista un immobile il cui costo è di 200 mila euro. Per di più, il costruttore ha effettuato interventi antisismici che rientrano nel sisma bonus 110%. Il contribuente intende cedere il credito ad una banca. Il contribuente avrà diritto al bonus 110% calcolato sulla spesa massima di 96 mila euro. Il credito spettante sarà pertanto di € 105.600, utilizzabile in cinque anni. Il credito potrà essere ceduto alla banca che restituirà al contribuente la somma del credito al netto delle commissioni richieste per l’operazione. Anche in questo caso le commissioni vanno dal 7 al 12 %. Quindi il contribuente non otterrà il rimborso di 96.000 ma una somma che va da 89.280 a 84.480. A seconda della commissione applicata dalla banca.

Per qualsiasi dubbio o precisazione riguardante il superbonus, non esitare a contattare il nostro studio. Faremo il possibile per soddisfare le tue esigenze.